SUNDOWN
(Regia: Michel Franco, 2021, con Tim Roth, Charlotte Gainsbourg, Iazua Larios, Henry Goodman)
Due fratelli inglesi, Neil e Alice, sono in vacanza ad Acapulco con i figli della donna quando li raggiunge la notizia della morte della madre, ricchissima proprietaria di un’azienda di macellazione suina. All’aeroporto, Neil scopre di aver scordato il passaporto in hotel e non parte con i congiunti, ma poi si abbandona ad una deriva personale nella località balneare messicana, intrecciando anche una relazione con una giovane del posto. Il ritorno della sorella preoccupata per lui coincide con l’inizio di una serie di eventi a cascata dall’esito imprevedibile. Michel Franco torna in Concorso a Venezia dopo il Leone d’argento del 2020 con Nuevo Orden e conferma una volta di più di praticare un cinema ad alto tasso di shock, colpendo ripetutamente lo spettatore con svolte violente e talora irritanti nella loro programmaticità. A differenza che nel fortunato film precedente, però, non ha l’alibi della distopia e non riesce a rendere davvero controverso un plot che, riandando blandamente allo Straniero di Camus, non beneficia neppure degli “incubi” ad occhi aperti di Neil. Per non parlare di come alla fine chiuda sbrigativamente i conti lasciando la sensazione di avere solo un pugno di mosche in mano. Un brutto ritorno a cui non offrono un’ancora di salvataggio neanche la recitazione spenta e l’aria afflitta di Tim Roth. (dz)
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