LOVELY BOY

(Regia: Francesco Lettieri, 2021, con Andrea Carpenzano, Daniele Del Plavignano, Enrico Borello, Ludovica Martino, Riccardo De Filippis)

LOVELY BOY

Nic, in arte Lovely Boy, e il suo amico Borneo sono due giovani astri nascenti della trap romana. Quando iniziano a spiccare il volo e all’orizzonte si materializza la possibilità concreta di produrre un album per un’etichetta discografica importante, Nic ha un crollo totale dovuto al suo uso eccessivo e smodato di droghe. Costretto dai suoi genitori, finisce in una isolata comunità di recupero sulle Dolomiti. Durante il lockdown della primavera del 2020 c’eravamo già occupati di Francesco Lettieri e del suo film d’esordio, Ultras, uscito direttamente su Netflix a causa della pandemia senza poter passare in sala, seppur per pochi giorni, come evento speciale. Per questo suo secondo lavoro, prodotto da Sky e presentato in anteprima alle Giornate degli Autori di Venezia 78, Lettieri deve nuovamente accontentarsi del piccolo schermo, rimandando al prossimo film un eventuale approdo al cinema. Il regista napoletano, con alle spalle una lunga e importante gavetta nella direzione di videoclip, ritrova al suo fianco Peppe Fiore, scrittore e sceneggiatore di serie tv di qualità come Non Uccidere e The Young Pope, con cui aveva steso a quattro mani il soggetto e la sceneggiatura del suo film di debutto. Così come Ultras non era un film sul calcio ma su ciò che vi gravita attorno, in particolare sulle tifoserie organizzate e sui loro codici interni, Lovely Boy non è principalmente un film sulla musica e sulle droghe ma su ciò che vi ruota attorno, ovvero le feste, i club e i locali dove entrambe sono ben presenti. Finito in comunità di recupero il protagonista, interpretato dal bravissimo e talentuoso Andrea Carpenzano, che dopo le ottime prove in Tutto quello che vuoi, La terra dell’abbastanza e Il Campione prosegue il suo percorso di crescita e maturazione artistica, si trova alle prese con tutt’altro ambiente, piccolo, chiuso e ristretto ma dominato sempre da codici e regole. Lettieri si muove in un ambiente che conosce assai bene grazie ai suoi trascorsi come regista di videoclip, dimostrando ancora una volta una certa padronanza del mezzo e indiscusse abilità tecniche, riuscendo – seppur con qualche lungaggine e ridondanza – a restituire il senso di spaesamento e smarrimento del giovane trapper, alle prese con un difficile e travagliato percorso alla ricerca di se stesso. (bs)

voto_3