ABSOLUTE DENIAL
(Regia: Ryan Braund, 2021, con personaggi animati)
Il giovane programmatore David si isola da fidanzata, amici, lavoro e famiglia per concentrarsi sullo sviluppo di un’eccezionale intelligenza artificiale basandosi sulle sue intuizioni personali. Il risultato sarà Al, un supercomputer a cui David impone però un protocollo di negazione assoluta, quello del titolo, che gli impedisca di diventare completamente indipendente e di imporre il suo libero arbitrio. Ma quando Al prende coscienza delle limitazioni volute dal suo creatore inizia con lui una partita dialettica che sarà senza esclusione di colpi e vedrà la competizione tra l’asettica e razionale logica della macchina e l’emotività umana. Opera d’esordio nel lungometraggio d’animazione del britannico Ryan Braund presentata al Trieste Science+Fiction Festival 2021, Absolute Denial si segnala per l’acutezza del discorso sul futuro dell’intelligenza artificiale. Pur nella dichiaratissima derivazione da Kubrick (i nomi dei personaggi, David e Al, sono un omaggio che più esplicito non si può a 2001: Odissea nello Spazio), il film prende una strada in grado di indagare temi filosofici di grande attualità e di mostrarli sotto forma di un dramma personale che è, alla resa dei conti, incentrato soprattutto sui rischi prodotti dall’individualismo nella ricerca e nella creazione. L’intelligente uso delle musiche elettroniche di Troy Russell, dall’ispirazione anni Ottanta e vicine a certi score dei Tangerine Dream, unito alla densità e versatilità della scala di grigi dell’animazione (decine di migliaia di fotogrammi disegnati a mano) riesce a tenere desta l’attenzione e far partecipare fino in fondo lo spettatore. (dz)
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