ACQUE PROFONDE
(Regia: Adrian Lyne, 2022, con Ben Affleck, Ana de Armas, Tracy Letts, Rachel Blanchard, Jacob Elordi, Kristen Connolly)

Vic (Ben Affleck) è benestante e di fatto ormai tranquillamente in pensione. Sua moglie Melinda (Ana de Armas), che di anni ne ha parecchi di meno, sembra invece rifuggire la noia del ménage familiare con tanto di figlioletta attraverso amicizie piuttosto discutibili con giovani maschi attraenti. L’apparente apatia di Vic è sano autocontrollo della gelosia? O cela pulsioni omicide? Dal romanzo di Patricia Highsmith già ridotto per lo schermo da Michel Deville nel 1981 (con Jean-Louis Trintignant e Isabelle Huppert), Adrian Lyne trae il film – uscito direttamente su Prime Video – che lo fa uscire dal lungo letargo seguito ad Unfaithful (2002), con Richard Gere e Diane Lane: guarda caso sempre un thriller a sfondo erotico e sempre un remake di un film francese (Stéphane, una moglie infedele di Claude Chabrol). Ancora una volta, con il regista di film che fecero epoca e scandalo negli anni 80 c’è sempre da chiedersi se c’è o se ci fa. Se, in altre parole e per stare al suo gioco, riesca a far risaltare quella provocazione dell’inconsistenza che nei dorati Eighties gli permise coi suoi titoli più riusciti (si pensi all’ottimo Flashdance) di mostrare il rovescio della medaglia e il mutamento dei tempi dopo gli impegnati anni 70; o se viceversa sia l’inconsistenza della provocazione a prevalere e depotenziare il suo cinema, tacciato (però un po’ troppo) spesso di essere superficiale e furbamente pruriginoso. La sensazione è che restando uguale a se stesso Lyne abbia di nuovo portato allo scoperto nervi sensibili del nostro tempo: falsamente accomodante, fintamente progressista, eccentricamente marcio. Lo sguardo d’intesa di Melinda e Vic in testa e in coda qualcosa vorrà pur dire. (dz)
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