MIDNIGHT

(Regia: Kwon Oh-seung, 2021, con Jin Ki-joo, Wi Ha-joon, Kim Hye-yoon, Gil Hae-yeon)

MIDNIGHT

Di ritorno da una serata passata con i colleghi Kyung-mi, una ragazza sorda che lavora in un call center, incrocia sul suo cammino uno spietato serial killer. Per la giovane e per sua madre è l’inizio di una notte da incubo in cui dovranno cavarsela da sole per avere salva la vita. Midnight, inserito nella sezione Orizzonti Coreani del ventesimo Florence Korea Film Fest, è il lungometraggio d’esordio di Kwon Oh-seung, autore in solitaria anche del soggetto e della sceneggiatura. È proprio nel copione che si annidano i principali punti di debolezza del film, con alcuni passaggi narrativi piuttosto inverosimili e forzati che ne inficiano in parte il risultato finale. Data per buona e scontata la sospensione dell’incredulità, necessaria per accostarsi a un film di questo tipo e a molti thriller in generale, si fa davvero fatica a passare sopra alle incongruenze della trama, legate soprattutto alle azioni dei personaggi principali. Per tacere dell’operato della polizia, descritta – come avviene quasi sempre nel cinema di genere sudcoreano – come inetta, goffa e pasticciona. Peccato perché questo thriller notturno e ansiogeno ambientato in una Seul deserta, almeno fino alla parte finale in cui sembra di passare da un lockdown da pandemia al ritorno alla vita e alla socialità, è ben girato a livello tecnico e possiede un ritmo notevole e una tensione costante. Il giovane e sadico serial killer è ben interpretato da Wi Ha-joon, astro nascente del cinema coreano visto nella serie Netflix Squid Game nel ruolo del poliziotto infiltrato e in Shark: the beginning, altro titolo in cartellone alla ventesima edizione del festival fiorentino nella sezione dedicata ai webtoon, ovvero quei film che s’ispirano ai fumetti pubblicati direttamente sul web senza passare dalla carta stampata (fenomeno poco conosciuto qui da noi che ha preso vita proprio in Corea del Sud agli inizi del nuovo millennio dove ormai è diffusissimo). Nonostante la trama claudicante, gli appassionati del genere avranno di che divertirsi, specie grazie ad alcune gustose citazioni, come la sequenza palesemente ispirata al capolavoro di Bong Joon-ho Memories of Murder in cui il killer deve decidere quale sarà la sua prossima preda tra le due donne che si trovano a incrociare il suo cammino o quella in cui si evoca la famosissima scena della porta fatta a pezzi con la scure in Shining, ripresa (forse, chissà) a sua volta da Stanley Kubrick da Körkarlen, film muto diretto nel 1921 dal regista svedese Victor Sjöström. (bs)

voto_3