X – A SEXY HORROR STORY

(Regia: Ti West, 2022, con Mia Goth, Jenna Ortega, Brittany Snow, Scott Mescudi, Martin Henderson, Owen Campbell)

X – A SEXY HORROR STORY

X non è altro che uno slasher manierista. Lo si può apprezzare solo se si sta al gioco di un’opera consapevole che ha poco da aggiungere al genere, con l’ambizione di un solido intrattenimento da serie B. L’assenza di novità è segnalata dal florilegio di citazioni presenti, e le più ovvie vengono dal compianto Tobe Hooper (l’ambientazione e il van da Non aprite quella porta, la minaccia del coccodrillo da Quel motel vicino alla palude). Psycho, niente meno, viene citato due volte, ed è quasi ovvio se si considera che i due “slasher” sono ambientati entrambi nello stato dell’Arizona (il film di Hitchcock a Phoenix, X a Tucson). Più che sull’anno in cui si svolge la narrazione (1979) è una spia su come un film B voglia essere e venga poi recepito oggi. Che il personaggio del regista indipendente lo citi esplicitamente in un dialogo, non ci sembra meta, bensì un mezzo per depistare lo spettatore: chi si aspetta un assassino sessualmente disturbato armato di coltello nella seconda parte, troverà solo una macchina sprofondata nelle acque del Sud (che qui non viene raccolta dal fango come nel film del ’59). Piuttosto, questa inquadratura che non ha alcun legame col resto dell’intreccio, è uno dei tanti elementi disseminati per preparare al prequel (già pronto), Pearl, con tanto di trailer alla fine dei titoli di coda. Che anche il cinema B (seppur targato A24) abbia bisogno di costruire multiversi e saghe? Se proprio si vuole continuare il gioco delle citazioni, c’è n’è un’altra piuttosto criptica dal maestro inglese. La figlia del fattore è il porno che stanno per girare, in un anno in cui (come dice l’autoproclamatosi produttore esecutivo) le VHS stanno sostituendo l’esperienza del nudo sullo schermo: titolo che, come ricorderanno i completisti, ricorda il minore La moglie del fattore (1927, tra l’altro, nel decennio in cui sarà ambientato il prequel). Come il porno di allora prendeva il cinema del passato dimenticato da tutti (si pensi a The devil and [poi in] Miss Jones, ad esempio) per trasformarlo in un prodotto di veloce consumo, così X è il classico prodotto da era di transizione dalla sala alla piattaforma: cita i classici del genere sperando di farli rivivere. Tanto basta. Il montaggio figlio di Easy Rider e le belle musiche di Chelsea Wolfe fanno il resto, per chi vuole apprezzare. (dv)

voto_3