THE GRAY MAN

(Regia: Anthony Russo, Joe Russo, 2022, con Ryan Gosling, Chris Evans, Ana de Armas, Regé-Jean Page, Jessica Henwick, Dhanush, Billy Bob Thornton)

THE GRAY MAN

L’agente speciale Sierra Six (Ryan Gosling), arruolato e addestrato dalla CIA per sfuggire a un destino in prigione, viene in possesso durante una missione di materiale scottante su uno dei suoi superiori (Regé-Jean Page). La caccia all’uomo viene condotta con ogni mezzo dallo spregiudicato ex agente Lloyd Hansen (Chris Evans), mentre Six trova l’aiuto della bella collega Dani Miranda (Ana de Armas). Prodotto da Netflix con un budget di 200 milioni di dollari (il più costoso di sempre per il colosso dello streaming, superando i 160 milioni di The Irishman), il nuovo giocattolo d’azione dei fratelli Russo esce in un numero limitato di sale prima di arrivare sulla piattaforma, in osservanza di uno schema ormai consolidato per sfruttare il prestigio del passaggio nei cinema. Dai registi di tre dei primi 25 incassi di tutti i tempi (Avengers: Endgame, Avengers: Infinity War e Captain America: Civil War) era più che lecito aspettarsi un blockbuster d’azione indiavolata, con la curiosità di vedere come si destreggiasse Chris Evans in un ruolo da villain psicopatico (specie dopo la recente magra figura di Chris Hemsworth nel brutto Spiderhead, sempre Netflix). Purtroppo se nel comparto action i due Re Mida di Hollywood dimostrano di sapere sempre il fatto loro – almeno nella concitata sequenza aerea e nella sparatoria di piazza a Praga, con Gosling ammanettato a una panchina e poi in fuga su un tram – il loro film non riesce mai a svincolarsi dalla prevedibilità. Personaggi che sono mere funzioni nella trama di un canovaccio visto e stravisto (si pensi anche al guerriero tamil interpretato dal divo indiano Dhanush), come le molte location utilizzate (da Bangkok a Praga alla Croazia), tutto senza un’ombra di brillantezza o uno scarto che alzino l’asticella al di là di un film su commissione, certo superiore a scipitezze come The Old Guard, ma in ogni caso privo di qualsivoglia epicità. E poi diciamocelo: Evans coi baffetti è un po’ ridicolo. (dz)

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