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(Regia: Chloe Okuno, 2022, con Maika Monroe, Karl Glusman, Burn Gorman, Mãdãlina Anea)
Una coppia di giovani coniugi, Francis e Julia, si stabilisce a Bucarest: lui è di origine rumena ed in carriera, lei è americana e ha lasciato la carriera di attrice per seguirlo pur non conoscendo la lingua e la cultura del nuovo paese. I problemi iniziano subito quando Julia (la rediviva Maika Monroe, ormai ex promettente scream queen di It Follows) si accorge che un uomo la osserva continuamente da dietro la finestra del suo appartamento. In città intanto si susseguono omicidi di giovani donne. Per il suo esordio con questo thriller psicologico, la regista Chloe Okuno ha con tutta evidenza fatto per benino i compiti a casa. Il pantheon autoriale del genere c’è tutto: da La finestra sul cortile di Hitchcock fino ai film di Dario Argento e Roman Polanski, passando magari per Angoscia di Cukor (e non escluderei che Okuno si sia ricordata anche di L’insolito caso di Monsieur Hire). Fortunatamente si insiste più sulle suggestioni visive che sui rimandi teorici: nulla di troppo depalmiano e per fortuna nessun arzigogolo come nel recente La donna alla finestra. Non chiediamo la luna: a uno script senza motivi di originalità si contrappone comunque una discreta perizia di messa in scena di genere. La fotografia di Benjamin Kirk Nielsen sfrutta le location di Bucarest immergendola in un’atmosfera livida e inospitale; l’ambientazione in condomini tutto tranne che glamour è corroborata da un buon lavoro sulla luce; e i molti dialoghi in rumeno tra gli autoctoni alimentano l’empatia verso il senso di estraneità della protagonista. Un’ora e mezza senza abbioccarsi è già qualcosa di questi tempi. (dz)
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