LOVE LIFE
(Regia: Koji Fukada, 2022, con Fumino Kimura, Kento Nagayama, Atom Sunada, Tetsuta Shimada)
La vita tranquilla dei coniugi Jiro e Taeko, che è anche la madre del piccolo Keita avuto da una precedente unione, viene improvvisamente sconvolta da un lutto straziante. Il ritorno nella vita di Taeko dell’ex marito Park, un enigmatico uomo coreano scomparso da anni, avrà effetti del tutto imprevedibili. Prima opera di Fukada distribuita in Italia grazie a Teodora Film (ma il regista giapponese ha già una decina di lungometraggi all’attivo, tra i quali si segnalano gli acclamati Harmonium e A Girl Missing), Love Life non è a parere di chi scrive da considerarsi, se non in seconda battuta, come l’ennesima opera sulla perdita e l’elaborazione del lutto e sul superamento del senso di colpa. Fukada, che non per nulla è grande ammiratore di Rohmer, lavora invece di piani sequenza e campi lunghi per rendere percepibili nodi e travagli sottaciuti, muti acconsentimenti e insoddisfazioni non dette e messe (solo) in disparte dai protagonisti (si veda anche il rapporto di Jiro con l’ex fidanzata, risolto all’insegna dell’ambiguità): e che dalla penombra del passato emergono progressivamente fino a rivelarsi nella loro evidenza come sostanza prima delle loro azioni e relazioni oltre che del loro mutuo appoggio. Il che spiega la patina antimelodrammatica che avvolge tutto Love Life: ma se l’ambizione si nasconde dietro una cortina minimalista, non tutto appare comunque a fuoco. In ogni caso ci sono momenti che non si dimenticano, ed è magistrale la sequenza finale.(dz)
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