TI MANGIO IL CUORE

(Regia: Pippo Mezzapesa, 2022, con Francesco Patané, Elodie, Tommaso Ragno, Lidia Vitale, Michele Placido, Francesco Di Leva)

TI MANGIO IL CUORE

Nel 1960, la famiglia di Michele Malatesta (Tommaso Ragno, di nuovo inquietante dopo Nostalgia di Martone) è stata sterminata dalla famiglia rivale, i Camporeale. Nei successivi 40 anni, Michele vendica i suoi consanguinei diventando a sua volta un boss molto temuto e potente. La tregua provvisoria tra i due clan che imperversano nell’area del Gargano e della provincia foggiana non regge quando il figlio di Michele, Andrea (Francesco Patané) si innamora ricambiato di Marilena (Elodie), la moglie del boss alla macchia dei Camporeale. Sarà l’inizio di una prevedibile mattanza. Dall’inchiesta romanzata di Giuliano Foschini e Carlo Bonini (dai libri di quest’ultimo sono stati tratti anche Vallanzasca di Michele Placido e Suburra, film e serie), il film di Mezzapesa punta l’obiettivo sulla cosiddetta Quarta Mafia, meno nota alle cronache ma non meno feroce, contando centinaia di omicidi irrisolti negli ultimi 5 decenni. Non è però chiaro cosa il lavoro del cineasta pugliese voglia essere: la fotografia dal denso b/n di Michele D’Attanasio spinge per l’afflato tragico, in questo favorita dalle superficiali assonanze di Romeo e Giulietta (per non dire dei porci “omerici” e della madre vendicativa e titanica). Ma il tratto rituale degli eventi luttuosi sembra fin troppo meccanico e finalizzato a scioccare il pubblico, mentre la presenza magnetica di Elodie cede presto il passo al dramma (abbastanza forzato e affrettato) della trasformazione di Andrea in capoclan. E anche la chiusura, con il ruolo fondamentale del “mediatore” interpretato da Michele Placido, non convince granché. Un’occasione piuttosto sprecata. (dz)

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