M3GAN

(Regia: Gerard Johnstone, 2023, con Allison Williams, Violet McGraw, Amie Donald, Ronny Chieng, Jen Van Epps, Brian Jordan Alvarez)

M3GAN

Ingegnere di robotica non molto considerata nella sua azienda, Gemma (Allison Williams, nota soprattutto per la serie tv Girls e per il suo ruolo in Get Out) si ritrova d’improvviso a dover accudire la nipotina di 9 anni Cady a seguito della morte in un incidente stradale dei genitori della piccola. Per la sua ambizione e per la necessità di entrare in sintonia con la bambina, Gemma darà vita a M3gan (acronimo di Model 3 Generative ANdroid), bambola meccanica capace di imparare e adattarsi al mondo circostante. Il successo della nuova invenzione pare garantito anche per i capi di Gemma, ma l’androide comincia a dimostrarsi troppo indipendente e a concepire il rapporto con la bimba in modo possessivo e individualistico fino alle estreme conseguenze. C’è naturalmente tantissimo cinema pregresso e (ben) digerito in questo nuovo prodotto di Jason Blum (e James Wan, che firma anche il soggetto insieme alla sceneggiatrice di Malignant Akela Cooper). Al di là dello spunto assai derivativo che suona come una sorta di “Hal 9000 meets Chucky”, a colpire non sono certo i temi banali come l’invasività della tecnologia e l’inettitudine alla maternità o al rapporto con le generazioni più giovani, bensì la sostanziale libertà dai vincoli del genere del film: che infatti è sciocchino quanto serve e così privo di asprezze da poter andare dritto su Disney+, ma è altresì consapevole della sua natura di prodotto di puro intrattenimento (la bambola rappresenta alla perfezione i modelli odierni di accettabilità estetica, levigatezza e insignificanza degli oggetti iconici: ma si comporta, come ha notato Adam Graham del Detroit News, alla stregua di Terminator). Parte della critica storce la bocca perché il film è tirato via, risaputo, non spaventa, mentre il pubblico si adegua al tran tran e si svaga: storia vecchia, ma dimostra che Blum ha fatto centro ancora. M3gan è un fenomeno culturale che, ci scommettiamo, avrà almeno un paio di sequel: se poi ce ne sarà uno che oserà disturbare di più l’audience col grand-guignol, tanto di guadagnato. (dz)

voto_3