La nuova edizione della kermesse piemontese.
Prende il via oggi la trentottesima edizione del Torino Film Festival che in realtà dà quasi l’impressione di essere all’anno zero. Non solo per la nuova direzione affidata a Stefano Francia di Celle, che ha l’arduo compito di non far rimpiangere Emanuela Martini e il suo consolidato staff di collaboratori, ma per la drammatica situazione attuale dettata dalla pandemia che ha obbligato il festival ad abbandonare il grande schermo per migrare su piattaforma online. Il nuovo direttore ha lavorato per mesi coi suoi collaboratori a un’edizione ibrida, sia in presenza che in streaming, ben sapendo che quest’anno a causa dei protocolli anti-Covid i posti in sala sarebbero diminuiti drasticamente e che non sarebbe stato possibile accogliere lo stesso numero di spettatori e addetti ai lavori delle edizioni precedenti. Purtroppo, a poco meno di un mese dalla partenza del festival, il dilagare della pandemia ha reso impossibile la presenza in sala e si è dovuto fare di necessità virtù, spostando tutto sulla piattaforma online affidata alla competenza tecnica di Mymovies da cui stanno transitando moltissimi festival italiani. L’edizione virtuale ha comportato alcune dolorose rinunce, come l’addio – o meglio un arrivederci al prossimo anno – alla retrospettiva curata dalla ex direttrice Emanuela Martini a causa della mancanza dei diritti di sfruttamento online dei titoli selezionati e la rinuncia alle anteprime delle grandi produzioni americane che sarebbero dovute uscire al cinema in questo periodo e nei mesi successivi. Sono saltati anche i film di apertura e chiusura, Explota explota di Nacho Álvarez, una commedia musicale costruita sulle note dei più grandi successi di Raffaella Carrà, e la commedia francese Un Triomphe di Emmanuel Courcol.
Dicevamo in apertura che si tratta di un anno zero per la kermesse sabauda, e lo si intuisce subito anche dal nome di alcune sezioni nuove, come ad esempio Le stanze di Rol affidata alle cure, alla passione e alla competenza di Pier Maria Bocchi, uno dei pochi collaboratori storici del festival a essere stato confermato nello staff del nuovo direttore. La sezione, che di fatto prende il posto di After Hours, l’amatissima e storica finestra dedicata alla produzione del cinema di genere horror e thriller, deve il suo nome al torinese Gustavo Adolfo Rol, celebre sensitivo ed esploratore di mondi paralleli. Nelle intenzioni del curatore Rol non sarà una semplice sezione di cinema di genere: si tratta di una zona franca, una superficie off limits dove è vietato l’ingresso esclusivamente agli scettici; è un luogo del mistero e dell’ignoto, dell’inspiegabile e del bizzarro. Siamo sicuri che sarà uno dei luoghi virtuali del festival più seguiti dai cinefili e dagli appassionati dal palato fine ed esigente che hanno bisogno e voglia di farsi stupire, di scoprire nuovi mondi e nuovi sguardi. La sezione contempla lunghi, tra i quali spicca The Dark and the Wicked, l’atteso nuovo horror di Bryan Bertino, medi, corti, e i primi due episodi di Antidisturbios, serie tv spagnola diretta da Rodrigo Sorogoyen, il regista di titoli di culto come Che Dio ci perdoni e Il Regno.
Il Concorso, come sempre destinato alle opere prime (quest’anno numerose come non mai), seconde e terze nel tentativo di individuare dei nuovi talenti, prevede invece 12 lungometraggi provenienti da tutto il mondo. Sono da segnalare Poppy Field, opera prima del rumeno Eugen Jebeleanu incentrata su Cristi, un giovane poliziotto rumeno omosessuale che tenta di conservare il segreto della propria identità sessuale in un ambiente gerarchico e maschilista, e Identifying Features della messicana Fernanda Valadez, che volge il suo sguardo sul viaggio di una madre in cerca del figlio partito per oltrepassare il confine con gli Stati Uniti.
Tra le novità di quest’anno, sul solco della tradizione di Cinema Giovani (così era stato chiamato il nascente festival torinese nel 1982), c’è Torino 38 Corti, una selezione internazionale di 12 opere inedite in Italia, di ampia varietà tematica e stilistica, che verranno proiettati in abbinamento ai lungometraggi del concorso principale. Sparita Festa Mobile, una delle sezioni più ricche, amate e seguite del TFF in cui era possibile trovare anche film di grandi autori provenienti dal festival di Cannes: è stata sostituita da un generico Fuori Concorso che non potendo contare per questa edizione su titoli di grande richiamo internazionale si affida soprattutto all’attesissimo restauro di In the mood for love, il capolavoro firmato da Wong Kar-wai nel 2000, e a Calibro 9, una sorta di sequel del film di culto di Fernando Di Leo Milano calibro 9.
Da segnalare anche TFFdoc, dedicato alle migliori produzioni – italiane e internazionali – del cinema documentario contemporaneo e le attese Masterclass di maestri indiscussi come Aleksandr Sokurov e Mohsen Makhmalbaf.
Per conoscere il programma nel dettaglio rimandiamo al sito ufficiale del TFF: https://www.torinofilmfest.org/it/
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