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Annihilation foto2

Perturbante e oscuro, il nuovo film di Alex Garland.

In origine c’è il libro, Annientamento – Trilogia dell’Area X, di Jeff Vandermeer: intricato e affascinante, selvaggio e inquieto. Poi arriva Alex Garland, uno dei pochi autori oggi capaci di (far) vedere la fantascienza, reinventandola e reimpastandola con le evoluzioni dell’immaginario attuale, e ne esce fuori Annihilation, opera seconda dopo Ex Machina, distribuita su Netflix. Un capolavoro di quelli imperfetti e screziati, come piace dire a tanti, fondamentalmente oggetto perturbante e oscuro, come un buco nero.

Annientamento non inventa nulla di nuovo, così come non lo faceva Ex Machina: mentre scorrono le due ore di visione, molti passaggi riecheggiano tanto cinema precedente, ma proprio qui sta il cortocircuito del film. Garland, insieme forse solo a Villeneuve, è l’unico che oggi riesce a creare la fantascienza senza creare niente: entrambi hanno capito che oggi l’unico film di fantascienza possibile è un film sul cinema. Opere impervie ma allo stesso tempo visivamente affascinanti, bigger than life, perturbanti come dicevamo prima – e in questo Annihilation è gemello di Enemy - che rileggono le immagini e nello stesso momento restituiscono un discorso molto contemporaneo sull’immagine e sul futuro dell’immagine, mentre l’immagine restituisce la specularità dell’uomo.

C’è un passaggio fondamentale, nel – bellissimo – finale del film: quando Natalie Portman arriva nel nucleo dell’Area X (che è invisibile ai monitor), quando si intrufola nel buco del terreno e arriva alla replica della dott.ssa Ventress, inizia un balletto a due che poi si moltiplica per tre, tra inedite soggettive di macchina, riproduzioni cellulari, punti-macchina improvvisi, movimenti riflessi. Una vera e propria sessione di motion capture: dove i corpi e la macchina da presa si guardano, si studiano, lottano, si uniscono, si replicano. L’arte della creazione che passa attraverso la creazione che diventa recitazione. Realtà che si tramuta in finzione che diventa realtà fittizia.

Ed è proprio secondo questo paradigma che Garland declina tutto il suo film dal principio, fin dall’inizio straniante, per poi passare a serpentina lungo i personaggi, i flashback, i flash forward, arrivando a descrivere così le relazioni e le interazioni tra i vari personaggi, in una danza inquieta(nte) che mima e rivela la verità sui rapporti di coppia. Il rapporto che lega la Portman con il (perduto?) marito Oscar Isaac, tanto splendido all’inizio, svela le proprie crepe man mano che la narrazione va avanti, chiudendo addirittura il film con uno degli abbracci più enigmatici e feroci che il cinema moderno ricordi: primo piano che muta in campo-controcampo, percezione deformata, l’ambiguità fatta sguardo.

Per annientare, occorre cambiare: il fenomeno extraterrestre al centro dell’Area X e al centro di Annientamento non ha scopo, o forse sembra solo non averne: perché muta come muta ogni sembianza di vita che incontra nel suo propagarsi, nega la visione (ingannevole), annienta il passato, ritraduce il presente. Frantuma le ipocrisie, per far riemergere un mondo nuovo.

L’annientamento del raziocinio. La crescita, l’evoluzione, la distruzione. E poi il perdono.

voto_5

 

Gianlorenzo Franzì
Figlio della Calabria e di Lamezia Terme, è critico onnivoro e militante, preferisce il rumore del mare e il triangolo Allen-Argento-Verdone. Vive e si nutre di cinema che infiamma: si commuove con Lynch e Polanski, Nolan e Cronenberg, pugni in tasca e palombelle rosse, cari diari e viali del tramonto, ma è stato uno dei primi critici ad accorgersi (e a scrivere) in maniera teorica delle serie tv e della loro inesorabile conquista del grande schermo. Incredibile trovi il tempo di fare anche l’avvocato: perché dal 2007 è direttore artistico della Mostra del Cinema di Lamezia Terme - LFF da lui creata, dal 2004 ha un magazine tv (BUIOINSALA, ora in onda dalle sale del circuito THESPACE) e uno in radio (IL GUSTO DEL CINEMA), scrive o ha scritto su Nocturno Cinema, Rivista Del Cinematografo, Teatro Contemporaneo e Cinema, Weird Movies, ha pubblicato due saggi (uno su VOCI NOTTURNE, uno su Carlo Verdone). Ha una good wife ma si è perso nei labirinti di LOST: ancora non si è (ri)trovato.