Un’altra apocalisse.
In origine c’è il libro di Rumaan Alam, che già di per sé sembra una vera e propria sceneggiatura, per quanto grezza. Poi arriva Sam Esmail, autore di sceneggiature per Mockingbird – In Diretta dall’Inferno (2014) e regista di due serie di culto come Mr. Robot e Homecoming. Due punti e due autori, la cui convergenza è quasi naturale per le tematiche, e che grazie alla sensibilità di Esmail produce un’opera che risuona altissima.
Il Mondo Dietro di Te è un incrocio di generi che parte, ovviamente, da una storia dai toni apocalittici: ma non è il solito film sulla fine del mondo, bensì un film che offre un punto di vista trasversale e personale, intimo e affascinante, per di più guidata da un autore intelligente e sensibile che tratta con cura i suoi personaggi. Ma ancora di più le atmosfere: mantenendo infatti intatta la declinazione del libro, che si sforza principalmente di impregnare la storia di un’atmosfera opprimente, Esmail costruisce la sua fine del mondo fuori campo, puntellata da segnali, suoni, colori che contribuiscono a segnare un sentiero distruttivo.
Tecnocrazie e misteri, ovviamente, tengono insieme tutto, ma nel modo elegante e sottile dell’autore: perché quella che vediamo è un po’ profezia autoavverante, un po’ analisi schietta e trasparente nonché ovviamente lucidissima di una precisa epoca storica, dove l’apocalisse interiore si incontra con quella esteriore esattamente nel punto in cui la tecnologia ha spersonalizzato ogni possibilità di relazione interpersonale. Si traduce tutto in personaggi disfunzionali e isolati, persi nella loro autoreferenzialità che gli impedisce di vedere il quadro completo e di anche solo intuire una possibile opzione di salvezza.
“I segnali c’erano tutti”, dicono insistentemente i protagonisti: a loro volta, segnale di quella pigrizia esistenziale e morale e civile che viene dalla deriva social prima di tutto, ma anche da una dipendenza assoluta dalla tecnologia che paradossalmente rende l’uomo incapace di assorbire o anzi di capire e metabolizzare il ritmo e il senso giusto di una realtà che cambia.
Is the end of the world as you know it, però: perché il terrore che appare e scompare, rimanendo fuori scena, è filtrato attraverso gli occhi e le parole di chi in scena c’è. E quindi Julia Roberts, che mentre somiglia sempre più a Famke Janssen affina le sue capacità e si mostra attrice sempre più raffinata e incredibile; Ethan Hawke, non nuovo a ruoli di stolida incapacità esistenziale di fronte ad un’immanenza schiacciante, ma sempre impeccabile; Mahershala Ali, pieno di sfumature; e un Kevin Bacon perfetto.
Il Mondo Dietro di Te è intraducibile per genere: thriller, noir, apocalipse o disaster movie dribbla le classificazioni mentre costruisce per accumulo e sviamenti, quasi come se fosse uno Shyamalan all’ennesima potenza. Con una maggiore attenzione per il finale, però, mantenendo sempre il controllo del timone, installando e instillando un terrore cieco e muto, ancora più potente. Il nemico, ormai, è più che intorno a noi: è dentro di noi, è vicino, siamo noi. E non è nessuno.
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