Sign In

Lost Password

Sign In

IP foto2

Un esordio italiano nel segno della fantascienza.

Terrore Nello Spazio di Mario Bava, Space Men di Antonio Margheriti, Starcrash di Luigi Cozzi, Anatar di Alan Smithee (sic); e poi Nirvana di Gabriele Salvatores, La Guerra Dei Figli di Claudio Cupellini, Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Senza dimenticare il bellissimo (e seriale) Anna di Niccolò Ammaniti per Sky.

Me ne sarà sfuggito qualcuno ma la fantascienza al cinema – in Italia – è questa: un pugno di film per lo più di alto o altissimo profilo, che raccontano un futuro distopico con i pochi mezzi di cui la nostra industria dispone per poter immaginare una realtà futura. In questo contesto, sconsolato da una parte ma incoraggiante dall’altra, ben venga Ipersonnia, opera prima di Alberto Mascia che racconta di un mondo dove Stefano Accorsi è David Damiani, uno psicologo che all’interno di una struttura carceraria insolita si occupa di monitorare la psiche e la memoria dei detenuti: perché lì questi ultimi vengono immersi in uno stato di sonno indotto e lasciati per tutto il tempo della pena in una sorta di capsula, con periodici risvegli, fino alla “scarcerazione”. Ma qualcosa inceppa il meccanismo: durante il sonno, le persone vivono in un perenne stato che li induce a sognare, cosa che predispone il cervello a continuare a vedere ciò che non esiste anche dopo il risveglio. Oppure il meccanismo è proprio nato malato, e c’è altro sotto?

È sempre interessante vedere come il nostro cinema, e gli autori giovanissimi, si predispongono a raccontare storie cercando nuove strade: si sottolineava sopra come quello di Mascia sia un esordio, ugualmente a quello di Alessandro Celli con Mondocane ed entrambi prodotti dalla benemerita Groenlandia di Matteo Rovere, che ha come mission lo sparigliamento dello status quo per poter offrire nuovi sentieri alla narrativa del grande schermo.

Ipersonnia, disponibile su Prime Video dal 30 gennaio 2023, è da questo punto di vista un ottimo segnale: perché se all’inizio lo spettatore smaliziato può pensare di aver capito dove si vuole andare a parare dopo solo alcune battute, durante il corso del film gli sviamenti e le svolte inaspettate non sono certo poche. Anche perché la fantascienza è un punto di partenza che si lascia poi contaminare dal thriller, dal giallo, dal dramma esistenziale. E peccato che è proprio in questo interstizio che l’opera traballa perché non riesce a reggere sulle sue spalle il peso di tale coté teorico e narrativo. Mascia non è ovviamente in grado di tenere le briglie di una storia così diffusa, e il risultato è che Ipersonnia si sgretola pian piano perdendo pezzi per strada.

Quello che però dispiace di più (al di là del prevedibile affollamento di idee e storie tipico degli esordi) è che la storia offerta da Mascia proponeva spunti e suggestioni interessantissime: dalla similitudine della pena immaginata nel film con quella del 41 bis italiano, alla distinzione e divisione tra vittima e carnefice fino al processo di normalizzazione delle dinamiche gerarchiche proveniente dalle propaggini più estreme di una società capitalista; o la labile consistenza della memoria. Senza dire della necessità che progresso tecnologico e morale vadano di pari passo, questione etica fondamentale se messa a confronto con l’attualità più stringente.

Ipersonnia non sviluppa niente promettendo e illudendo molto: anche grazie al perno intorno a cui gira tutta la linea drammatica, ovvero Stefano Accorsi in piena maturità artistica che rende credibili e anzi coinvolgenti anche gli sviluppi più da feuilleton.

voto_2

Gianlorenzo Franzì
Figlio della Calabria e di Lamezia Terme, è critico onnivoro e militante, preferisce il rumore del mare e il triangolo Allen-Argento-Verdone. Vive e si nutre di cinema che infiamma: si commuove con Lynch e Polanski, Nolan e Cronenberg, pugni in tasca e palombelle rosse, cari diari e viali del tramonto, ma è stato uno dei primi critici ad accorgersi (e a scrivere) in maniera teorica delle serie tv e della loro inesorabile conquista del grande schermo. Incredibile trovi il tempo di fare anche l’avvocato: perché dal 2007 è direttore artistico della Mostra del Cinema di Lamezia Terme - LFF da lui creata, dal 2004 ha un magazine tv (BUIOINSALA, ora in onda dalle sale del circuito THESPACE) e uno in radio (IL GUSTO DEL CINEMA), scrive o ha scritto su Nocturno Cinema, Rivista Del Cinematografo, Teatro Contemporaneo e Cinema, Weird Movies, ha pubblicato due saggi (uno su VOCI NOTTURNE, uno su Carlo Verdone). Ha una good wife ma si è perso nei labirinti di LOST: ancora non si è (ri)trovato.