La miniserie Netflix di Mike Flanagan.
Riley aveva tutto. Aveva creato una app di successo, guadagnava tanto e la sera, con gli amici, sapeva come divertirsi. Riley aveva tutto quello che poteva sognare, ma una notte ha guidato da ubriaco, e ha fatto qualcosa di terribile. Quattro anni di carcere dopo, Riley non ha più niente, è ancora tormentato dagli incubi per ciò che ha fatto e soprattutto non ha la minima idea di come re-iniziare la sua vita da zero, adesso che non ha più niente e nessuno. E così torna a vivere con i genitori, nella casa dove ha vissuto la sua infanzia. L’isola di Crockett è una piccola isola al largo degli Stati Uniti dove vivono appena qualche migliaio di abitanti. È talmente piccola e isolata dal resto del mondo che somiglia a uno di quei piccoli, vecchi paesi che si possono trovare anche in Italia: quelli dove tutti conoscono tutti, si va ancora a messa (quasi) ogni domenica e il tempo sembra si sia in qualche modo fermato nel passato. Nella piccola comunità dove Riley sta provando a cominciare una nuova vita, giunge però un prete col compito di sostituire quello anziano che si è ammalato durante un pellegrinaggio in Terra Santa, e che non potrà tornare per diversi mesi.
A quel punto iniziano a verificarsi strane guarigioni. In sostanza dei veri e propri miracoli, se così vogliamo definirli, e la piccola comunità si riscoprirà molto più religiosa di quanto fosse mai stata in passato. Ma dietro il miraggio di un intervento divino qualcosa non torna. C’è decisamente qualcosa che non va. Qualcosa di oscuro e terribile si nasconde dietro a ciò che sta succedendo a Crockett Island, e Riley scoprirà suo malgrado quanto sia labile il confine tra il bene e il male, tra Dio e il diavolo, o forse tra Dio e qualcosa di ancora più malvagio del diavolo, e molto più tangibile.
Midnight Mass offre allo spettatore un’idea di partenza geniale, attori eccelsi, una messa in scena perfetta e un lento crescendo di orrore che non ha niente da invidiare al meglio dell’horror che potete trovare al cinema. E così il ritorno di Mike Flanagan – dopo quel capolavoro di Hill House e i successi di Bly Manor, Il gioco di Gerald e Doctor Sleep (quest’ultimo al cinema, piuttosto che sul piccolo schermo) anche stavolta non delude per niente. Anzi. Certo, ci sono anche dei difetti. Siamo lontani infatti dalla perfezione (e dagli orrori agghiaccianti) di Hill House. Midnight Mass ha momenti eccessivamente lenti e dialoghi che a volte diventano troppo didascalici (i classici spiegoni). Infine, gli spettatori più scaltri (come me, purtroppo) rischiano di capire tutto un po’ troppo presto, anche se ciò andrà a togliere ben poco del fascino di un’opera come questa.
Difettucci a parte, il crescendo di orrore è scandito alla perfezione e i personaggi (come sempre nei lavori di Flanagan) sono anche più che tridimensionali: sono letteralmente persone vere, ed è in sostanza impossibile non lasciarsi emozionare dalle loro storie tanto realistiche quanto ‘sentite’, oltre che raccontate in maniera magistrale.
Infine – per non farci mancare nulla – in Midnight Mass ci sono anche riflessioni di altissimo calibro sulla religione, rimandi a tragici eventi di cronaca nera (impossibile ignorare i terribili riferimenti al massacro del reverendo Jim Jones, negli anni Settanta) e molto altro. Una serie che mi sento di consigliare tantissimo agli amanti dell’horror di classe, e a chiunque cerchi un nuovo, grande autore (scrittore e regista al tempo stesso) per cui perdere la testa, sempre se ancora non lo conoscete.
Trivia:
– Per quanto scioccanti siano, tutte le citazioni bibliche ed evangeliche menzionate durante la serie sono assolutamente reali.
– Il rituale finale con il “drink” è un chiaro riferimento al reverendo Jim Jones, che negli anni Settanta uccise in quel modo 909 persone.
– La voce del giudice che condanna Riley è dell’attrice Carla Cugino, già protagonista dei precedenti Il Gioco di Gerald e Hill House.
– Infine, tutto Midnight Mass, pur essendo una storia totalmente originale, riprende tantissime delle atmosfere di Stephen King. Tra gli omaggi più evidenti, la foto che smaschera il reverendo (un riferimento a Shining) e il personaggio di Bev Keane (ispirato alla madre di Carrie)
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