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QUANDO HAI 17 ANNI

QUANDO HAI 17 ANNI

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Un cinema di scontri e di lotte, di comportamenti sgraziati e di atti sconsiderati.

Che poi innamorarsi è anche diventare un po’ scorbutici, e annaspare alla ricerca di un segno e di un significato, e credere di aver trovato un senso, e poi rifiutarlo perché apparentemente inadeguato, e equivocare, confondere, scegliere un modo che si rivela sbagliato, e scegliere un’idea che risulta sproporzionata, e darsi a uno sguardo, e rinchiudersi di nuovo davanti allo stesso sguardo perché se ne teme la forza e l’implicita richiesta, e poi fraintendere, interrogarsi, e darsi risposte assurde, e interrogare l’altro con le medesime domande, ricevendo per giunta le stesse risposte assurde, e chiedere l’impossibile, e avere in cambio l’impossibile, e tornare indietro per ritentare di nuovo, sempre più da vicino, sempre più addosso all’odore della pelle, l’odore di un desiderio inespresso eppure vivo, taciuto ma irresistibile, l’odore del corpo e della forma, di una piega e dell’ombra di una piega, e poi saperci convivere, senza capirne le implicazioni però lasciandosene sopraffare, un odore pungente e acre, tuttavia dolce e inebriante a tal punto da perderne origini e coordinate, natura e funzioni, a tal punto da abbandonarsi e piegarsi e non poter fare altrimenti, fino a sentire un dolore e i dolori dell’ignoto, talmente tanti che ti sembrano tutti i dolori del mondo, e in quel momento lo sono, sono tutti e troppi, la pena di ciò che non ha nome e che non ha identità, di ciò che non ha ancora un volto perché sconosciuto e mai provato, mai sentito così a fondo, così forte da togliere il respiro, così intenso da renderti nervoso, e scostante, e intrattabile.
Téchiné l’ha sempre saputo, che i sentimenti sono una questione spinosa, e che fanno male, e che ti trasformano spesso in qualcosa di cui forse ti potresti vergognare. Ancor di più quando sono i sentimenti dei giovani, di adolescenti acerbi come la loro età. Tuttavia è nell’errore di un atteggiamento, di una parola, di un’occhiata, che nasce l’amore, trovando lì, nell’errore, una certa fisionomia. Il cinema sentimentale di André Téchiné è sempre stato un cinema di scontri e di lotte, di comportamenti sgraziati e di atti sconsiderati: perché è soltanto attraverso la goffaggine, l’ineleganza e la violenza delle emozioni che i sentimenti diventano linguaggio e, infine, dialogo. Da Rendez-vous a Niente baci sulla bocca, da L’età acerba a I testimoni, il cuore per Téchiné non ha mai posseduto la gentilezza del tocco, ma si è sempre smascherato quale bastardo incomodo, uno che rovina la vita a furia di squassarla e di metterla in gioco. Ma cosa c’è di più bello di essere messi in gioco? E di più gratificante, e entusiasmante?
Non dirà niente di nuovo, Quando hai 17 anni, ma alla larga dalla sociologia spicciola Téchiné è capace di raccontare la giovinezza con una sincerità, un’immediatezza e una ruvidezza come oggi avviene di rado (provate a confrontarlo con Un bacio). Senza dubbio la co-sceneggiatrice Céline Sciamma c’ha messo del suo, però i gesti aspri e improvvisi, i baci e gli abbracci impacciati, la diseducazione al proprio sesso e all’urgenza del sesso (che appartiene sia ai due protagonisti Thomas e Damien, sia alla madre di quest’ultimo, Marianne), sono tutti di Téchiné, del suo immaginario irrequieto e contrario a qualunque simulazione, a partire da quella della passione. Tanto che il film stesso si interrompe bruscamente, proprio quando finalmente poteva aprirsi, quando infine aveva ogni buon motivo di schiudersi, uno sgarbo al conformismo del cinema emozionale, il rifiuto del perbenismo spettatoriale: e tu rimani lì con il tuo desiderio, mentre quello dei diciassettenni Thomas e Damien si appaga altrove, lontano dagli occhi e dall’ipocrisia della soddisfazione.

voto_4

Pier Maria Bocchi
Pier Maria Bocchi è critico cinematografico. Scrive su cineforum.it, e collabora con le riviste "Cineforum", "Blow Up", "Marla - Cinema alla fine delle immagini". Ha scritto per "FilmTv", "Nocturno", "Panoramiche", "Brancaleone", "Segnocinema", per la "Storia del Cinema Italiano" della Scuola Nazionale di Cinema e per numerosi testi collettivi. Tra le sue pubblicazioni, Michael Mann (Il Castoro), Mauro Bolognini (Il Castoro, con Alberto Pezzotta), Mondo Queer - Cinema e militanza gay (Lindau), Guy Maddin (Bergamo Film Meeting), Agustì Villaronga (Bergamo Film Meeting), Jim Jarmusch - American Samurai (Centro Espressioni Cinematografiche/Cinema Zero), Claire Denis (con Luca Malavasi, Bergamo Film Meeting), Musical! Sex! - La rappresentazione dei sessi nel Musical hollywoodiano (Tuttle), Woody Allen - Quarant'anni di cinema (Le Mani), Invasion USA. Idee e ideologie del cinema americano anni '80 (Bietti Heterotopia). E' collaboratore del dizionario dei film Il Mereghetti. Dal 2007 fa parte del comitato di selezione del Torino Film Festival.