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RAISED BY WOLVES

RAISED BY WOLVES

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La prima stagione della serie sci-fi targata Ridley Scott.

C’era una volta la fantascienza classica, quella di 2001: Odissea Nello Spazio, Zardoz e tanti altri. Si distingueva per esempio dalla “hard science fiction” per la mancanza di tecnicismi che la rendessero talmente credibile da sconfinare nel reame del possibile. La fantascienza classica si distaccava dunque da qualunque pretesa di realismo per riflettere su temi universali, morali o addirittura filosofici. Ed è proprio a questo filone – tanto raro, ai giorni nostri – che appartiene Raised by Wolves, la nuova serie della HBO che vede il regista-leggenda Ridley Scott (Alien, Prometheus) coinvolto non solo nella figura di produttore esecutivo/direttore artistico di tutta la serie, ma anche di regista dei primi due episodi.

Nel futuro prossimo venturo, due androidi (“Padre” e “Madre”) giungono sul primo pianeta abitabile all’infuori del nostro sistema solare (Kepler 22, un pianeta che esiste davvero, tra l’altro) portando con sé degli embrioni umani e la missione di fondare una nuova umanità. Nel desolato panorama alieno – una sorta di deserto con appena qualche rara pianta sparsa qua e là – i due androidi avranno l’arduo compito di allevare i primi sei bambini di questa nuova umanità. All’inizio, i due androidi sembrano essere una sorta di razionalissimi Adamo ed Eva nel famoso Eden della Bibbia.  Sembra inoltre che questa razionalità possa permettere loro di risolvere qualunque problema, e che il pianeta non nasconda in sostanza incognite. Ma la verità è che perfino gli androidi non sono onniscienti, e che anche l’intelligenza artificiale si trova a volte ad affrontare dubbi, misteri e problemi morali. E questo succede soprattutto a Madre, che tra i due non è un androide normale. Madre è stata infatti riprogrammata per emulare le emozioni umane allo scopo di allevare con successo i bambini che nasceranno. Questo perché – come insegna la psicologia – un cucciolo di “razza umana” non ha bisogno solo di acqua, cibo e vestiti per sopravvivere: un cucciolo di razza umana ha bisogno anche di un’autentica sfera affettiva, altrimenti si lascerà morire di depressione. E Mother – purtroppo per lei – è stata modificata davvero bene. E’ stata riprogrammata al punto che il suo dolore, quando cominceranno i problemi veri, diventerà reale. E a complicare le cose ancora di più, Madre non è un modello di androide civile. Madre è un androide militare modello “Lamia”. Le Lamie (dette anche negromanti, dai ribelli sulla Terra) sono implacabili macchine da guerra in grado di volare e uccidere con un solo sguardo. Sono molto più potenti di un Terminator, e altrettanto spietate. E la ragione per la quale qualcuno ha mandato una Lamia riprogrammata su Kepler 22 è difensivo: se mai sulla colonia dovesse esserci una minaccia, sarà Madre ad occuparsene. E un bel giorno le minacce purtroppo arriveranno.

Raised By Wolves è una serie toccante, profonda e a tratti di autentica complessità filosofica. A un certo punto della prima stagione, il tema della religione entra prepotente nella storia e i personaggi diventano molti di più. Tra di essi, anche Travis Fimmel, meglio noto come il Ragnar che fu protagonista della serie Vikings. Infine, dentro Raised c’è anche una quanto mai ovvia “easter egg” che tutti i fan di Ridley Scott apprezzeranno perché, sì… gli androidi della serie sono proprio quelli del tipo visto per la prima volta nel primo Alien del 1979. Certo, è difficile immaginare che Raised By Wolves possa essere davvero ambientato negli universi di Alien e Prometheus. Ciò nonostante, gli androidi sono comunque gli stessi.

voto_4

Wallace Lee
Wallace Lee è uno scrittore ed editorialista di cultura per vari siti e riviste. E' noto principalmente come l'autore di Rambo Year One, romanzo-prequel non ufficiale del primo film. Pur essendo solo un ebook gratuito per motivi di copyright, Rambo Year One è arrivato in finale a due premi letterari ed è stato elogiato da personaggi del calibro di Lindsay Johns, noto giornalista inglese di cultura per la BBC.