Ancora un film Pixar su Disney+.
Toronto, 2002. Meilin Lee è una ragazzina di tredici anni proveniente da una famiglia d’origine cinese. È una figlia modello, brava a scuola e obbediente a casa, dove aiuta i genitori nella gestione dell’attività di famiglia, un tempio dedicato ai propri avi. Mei ci tiene molto a far felice sua madre, una donna autoritaria e iper protettiva, ma si trova in una fase delicata della sua vita, la pubertà, in cui il suo corpo è in fase di cambiamento e di trasformazione, così come i suoi interessi e le sue passioni. Non ultima quella per i 4*Town, la boy band del cuore di Mei e delle sue tre migliori amiche. Dopo una notte agitata la ragazzina si risveglia nel corpo di un panda rosso gigante per poi tornare alle sue naturali sembianze umane. Fenomeno che inizia a ripetersi ogni volta che Mei è in preda a forte emozioni.
Per la terza volta consecutiva (1) un film Pixar esce direttamente su Disney+ saltando la distribuzione al cinema, una scelta controversa e discutibile riservata solo ai titoli del celebre studio d’animazione fondato alla metà degli anni ‘80 da Steve Jobs e John Lasseter. Strategie che la dicono lunga sul modus operandi della Disney, sempre più tesa a consolidare gli introiti e il numero di abbonati della piattaforma streaming ai danni delle sale e della Pixar, la cui autonomia e libertà artistica è messa a dura prova da logiche di mercato piuttosto ciniche e spietate. Red rappresenta l’esordio nel lungometraggio di Domee Shi, una giovane regista di origini cinesi che aveva esordito, sempre nella Pixar, con Bao, un intenso e toccante cortometraggio vincitore del premio Oscar nel 2019. Purtroppo il debutto nel lungo, affine per tematiche e ambientazione, non può dirsi altrettanto riuscito, risultando – insieme a Onward – uno dei titoli di casa Pixar meno ispirati e felici degli ultimi anni. Stavolta il target di riferimento è abbastanza specifico e ristretto rispetto al solito, indirizzato prevalentemente a un pubblico di bambine e ragazzine tra i dieci e i quattordici anni. La metafora, rappresentata dalla trasformazione nel panda rosso a sottolineare gli stravolgimenti ormonali e caratteriali della pubertà, è fin troppo palese e insistita. Red possiede un buon ritmo e una parte finale gustosa e divertente in zona Kaiju Eiga, i mitici film giapponesi sui mostri giganti, ma è privo di poesia e originalità, elementi sempre presenti nei migliori titoli della Pixar. Ne risulta un film abbastanza innocuo e trascurabile, più vicino alle produzioni standard della Disney, ben confezionato a livello tecnico ma senza i lampi, i guizzi e le scintille che hanno fatto la fortuna della Pixar.
(1) Soul era uscito su Disney+ a Natale 2020 con le sale chiuse per la pandemia, a differenza di Luca distribuito a metà giugno 2021 sulla piattaforma senza farlo passare dai cinema che ne avrebbero avuto un gran bisogno per la difficile ripartenza dopo sei mesi di inattività forzata.
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