Come bambini davanti ad una favola per adulti. Un piccolo grande film, in cui la condizione dell’anziano è solo occasione per raccontare la realtà di tutti. Cacciato dalla grande città (lo sfratto è solo un simbolo), Roma, perché inadeguato a viverci, il vecchio prof. Astolfo si ritrova in un paesino, il vero coprotagonista del film, metafora di un piccolo mondo antico in via di estinzione (...
IL MESTIERE DELLE ARMI
La morale e la modernità. Il cinema silenzioso e minimale al servizio della Storia. Questo l’Ermanno Olmi che da cantore del quotidiano fin dagli esordi (Il tempo si è fermato, 1959) con quest’opera sembra voler dare un quadro paradigmatico e definitivo dell’uomo e del suo destino. E il tutto senza allontanarsi minimamente dai suoi sguardi e toni precedenti. Anzi, dando ad essi contor...
LA STANZA DEL FIGLIO
Il cinema come specchio spietato. La cognizione del dolore, scriveva Gadda. Il suo sinonimo per immagini lo coniuga Nanni Moretti. Da tempo (Palombella rossa) lontano dal suo alter ego Michele Apicella (nei film precedenti La stanza del figlio, Caro diario, e Aprile, sostituito dalla diretta autobiografia del regista) Moretti ne decreta con questo film la definitiva scomparsa. Attraverso la rappr...
27 BACI PERDUTI
Il cinema delle speranze perdute. Sulla base di un Amarcord al femminile, con l’adolescente Sybille ad emulare il felliniano Titta, la georgiana Djordjadze ci regala un festival di citazioni che sapientemente dosate diventano distillato di emozioni e paradossi. Appena giunta per le vacanze estive in uno sperduto villaggio della Georgia brezneviana, Sybille si innamora non ricambiata del vedovo con...
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