PICCOLO CORPO

(Regia: Laura Samani, 2021, con Celeste Cescutti, Ondina Quadri)

PICCOLO CORPO

Subito dopo il parto, Agata non si dà pace perché la sua bambina essendo nata morta è destinata, secondo la dottrina della Chiesa, a rimanere per l’eternità nel Limbo. Apprende però dell’esistenza di un santuario, situato tra i monti della Carnia, in cui sarebbe possibile resuscitare per un istante i piccoli nati morti, quel tanto che basta per battezzarli. La decisione di partire è immediata, il cammino irto di difficoltà e pericoli, benché lungo la strada trovi la compagnia di Lince, una ragazza che si è allontanata dalla sua famiglia. Prodotto dalla Nefertiti Film di Alberto Fasulo e Nadia Trevisan, l’esordio nel lungometraggio di Laura Samani è stato presentato alla Semaine de la Critique dell’ultimo Festival di Cannes e ha figurato anche nella selezione dello scorso Torino Film Festival. Road movie sui generis parlato in friulano, Piccolo Corpo prende spunto da una leggenda popolare per raccontare la determinazione e il senso di missione di una giovane donna alle prese con una scelta incomprensibile agli occhi del volgo. Il pedinamento di Agata, spesso in camera a mano con l’insistenza sulla scatola che contiene il corpicino della figlia, è anche occasione di un itinerario spirituale che affronta momenti stranianti (la notevole sequenza del lago) e prove angosciose (l’aggressione a scopo di furto dei briganti, il taglio dei capelli come compenso per le donne che l’hanno curata, entrambe scene di grande intensità) per concludersi con un finale che sa come suggerire per un istante il compimento della grazia. L’equilibrio compositivo tra il favolistico e il realistico e la prova di Celeste Cescutti donano al film un’originalità e un senso di sospensione insoliti nel cinema odierno. (dz)

voto_4