Tre gangster progettano di effettuare, una volta usciti di galera, il loro ultimo colpo prima di ritirarsi: ma nulla andrà per il verso giusto. Che Paul Schrader non sia alieno dal fare esperimenti bizzarri lo si sapeva da tempo (qualcuno si ricorda Witch Hunt?). Dopo l’impari The Canyons, il Nostro già non dava buoni segni, e gira questa volta una controparte ironica del serioso e orribile Il nemico invisibile. Vorrebbe ammiccare ironicamente alla Hollywood del passato prossimo (da un’intro che richiama l’ultimo John Waters a sequenze à-là De Palma) e remoto (qualcuno mi spiega il Nicolas Cage cinefilo?): ma non funziona niente, lo stile ipertrofico cambia ad ogni scena per sopperire allo squallore della sceneggiatura che, nel suo tripudio di battute puerili e situazioni dementi, abbassa il tutto a livello del peggior Crank. La colpa, in questa occasione, è tutta del regista (non ci sono state manomissioni da parte dei produttori) e anche un po’ nostra che continuiamo a professare la politica dell’autore quando, in casi come questi, è mera pratica necrofila. (dv)