GEMMA BOVERY

(Regia: Anne Fontaine, 2014, con Fabrice Luchini, Gemma Arterton)

GEMMA BOVERY

L’annoiato Martin Joubert, ex editore a Parigi, gestisce insieme alla famiglia la panetteria paterna in Normandia, suo rifugio personale dalla mondanità ormai da sette anni. L’equilibrio viene rotto quando si rende spettatore interessato della turbolenta vita sentimentale della neo vicina inglese – la Gemma Bovery del titolo – didascalica incarnazione dell’eroina creata da Flaubert, ossessione del protagonista fin dall’adolescenza. Cinema che si rifà alla letteratura per esorcizzare le irrequietezze e le delusioni della vita, ma che riesce solamente a tratteggiare le manie e le idiosincrasie di un mondo borghese e radical chic, nonché a confermare alcuni stereotipi tra britannici e francesi. A poco serve un finale spiazzante e beffardo che sa di tragedia. Peccato. (mc)

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