SELMA – LA STRADA PER LA LIBERTÀ

(Regia: Ava DuVernay, 2014, con David Oyelowo, Tom Wilkinson, Tim Roth)

SELMA – LA STRADA PER LA LIBERTÀ

Mentre i poteri forti cercano di ingabbiare Martin Luther King e il suo movimento, lui sposta l’attenzione nella piccola cittadina di Selma, simbolo della lotta per i diritti politici dei cittadini afroamericani, un episodio forse poco conosciuto al grande pubblico. Nonostante riesca a evitare l’agiografia, il film dimentica troppo presto lo stile cronachistico iniziale – con i rapporti FBI a fare da didascalie – puntando malamente sui tanti, troppi sermoni, pubblici e privati, di King e dei suoi seguaci che scarsamente infiammano lo spettatore medio e sulle scene di violenza che sfiorano il ricattatorio (con tanto di sequenza sul ponte coreografata in stile rodeo). I buoni non mostrano quasi mai segni di cedimento e i cattivi sono dipinti come barbari fino alla meccanica presa di coscienza finale, tutti incapsulati in interpretazioni poco carismatiche e in una regia anonima. Cinema noiosamente democratico e nulla più. (mc)

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