SOLE CUORE AMORE
(Regia: Daniele Vicari, 2016, con Isabella Ragonese, Eva Grieco, Francesco Montanari, Francesco Acquaroli, Giulia Anchisi)
Ogni giorno Eli, giovane donna con quattro figli a carico e un marito disoccupato, si alza prima dell’alba per recarsi a Roma dove lavora come barista. Sette – faticosi – giorni su sette, aggravati dalle due ore per raggiungere il posto di lavoro e altrettante per tornare, sfinita, dalla sua famiglia che ha già cenato e si prepara ad andare a letto. Al piano di sotto abita Vale, danzatrice e performer nei locali notturni, amica da sempre di Eli, che cerca di sostenere come può, badando ai suoi figli e aiutandoli nei compiti a casa. È difficile arrivare al termine della visione del nuovo film di Daniele Vicari senza sentirsi annichiliti e prostrati davanti all’odissea quotidiana vissuta da Eli, interpretata da un’intensa e sempre brava Isabella Ragonese. Sole Cuore Amore è imperfetto e sbilanciato, ha i suoi punti di forza nella figura “neorealista” di Eli mentre non convince del tutto quando si occupa di Vale, interpretata da Eva Grieco, che si trova a condurre una vita agli antipodi rispetto all’amica, con orari lavorativi diametralmente opposti. La sua figura, inserita da Vicari perché più contemporanea, rischia di scomparire davanti a un personaggio forte come quello di Eli, una donna comune, vitale e sorridente a dispetto di una quotidianità contraddistinta da stress, fatica e ingiustizie. Nonostante debolezze e imperfezioni il film di Vicari è autentico e generoso, coraggioso nel restituirci una realtà lavorativa che coinvolge milioni di persone (quasi sempre ignorate dal cinema italiano contemporaneo), annientate e logorate da una quotidianità ostile. Un plauso più che doveroso a Francesco Acquaroli, uno dei migliori caratteristi del nostro cinema, già diretto da Vicari in Diaz – Don’t Clean Up This Blood. (bs)
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