A BEAUTIFUL DAY

(Regia: Lynne Ramsay, 2017, con Joaquin Phoenix, Ekaterina Samsonov, Alessandro Nivola, Alex Manette, John Doman)

A BEAUTIFUL DAY

Veterano di guerra e dell’FBI, Joe vive con la madre anziana, ma soprattutto cerca di scacciare i suoi fantasmi, retaggio delle sue esperienze di bambino abusato e di soldato. Quando i suoi committenti gli chiedono di rintracciare Nina, la giovanissima figlia di un maggiorente finita in un torbido giro di prostituzione, dovrà fare i conti con le spire della New York più buia e col marciume del sottobosco politico e della polizia locale. Da un racconto di Jonathan Ames, la regista di …e ora parliamo di Kevin non nasconde per lunghi tratti di guardare a Taxi Driver come suo riferimento principe, sfiorando il plagio conclamato di situazioni e ambienti. L’esuberante fisicità di Joaquin Phoenix dovrebbe essere l’arma in più di un lavoro che cerca una sua concisione drammatica (dura giusto 90’, cosa inusitata per gli standard di oggi), ma non regge il peso delle ambizioni psicanalitiche della regia, alternate ad esplosioni di violenza grafica che rasentando l’incubo finiscono con lo spappolare e sbilanciare l’intreccio. Il finale al diner, oltre a ricordare parecchie consimili situazioni (puntuali lo sottolineano le locandine italiane), delude definitivamente. (dz)

voto_2