PASSEGGERI DELLA NOTTE

(Regia: Mikhaël Hers, 2022, con Charlotte Gainsbourg, Quito Rayon-Richter, Noée Abita, Megan Northam, Thibault Vinçon, Emmanuelle Béart)

PASSEGGERI DELLA NOTTE

Élisabeth (Charlotte Gainsbourg) viene lasciata dal marito e rimane da sola, senza un lavoro e con due figli adolescenti: è l’inizio degli anni Ottanta, quando comincia il primo settennato alla presidenza di François Mitterrand, e Parigi le offre comunque delle nuove opportunità, sia sentimentali (si innamorerà del più giovane Hugo) che professionali, in particolare con l’impiego presso il programma radiofonico notturno Passeggeri della notte condotto dalla speaker Vanda (Emmanuelle Béart). Lì una notte conosce la diciottenne emarginata e drogata Talulah destinata a cambiare la vita sua e di suo figlio Matthias, aspirante poeta che si innamora di lei. Al quarto lungometraggio (da noi era uscito in sordina il precedente Quel giorno d’estate, un po’ sopravvalutato a parere di chi scrive), Mikhaël Hers sembra interessato a praticare un cinema della nostalgia costruito più come un sogno che come un ricordo, elaborato più come un desiderio che come una rievocazione: la sua Parigi, concentrata su pochi quartieri e pochi elementi tipici (i palazzi, la Senna) ha le sembianze di un panorama sentimentale dove i luoghi attutiscono i piccoli drammi dei personaggi, mentre le notti catturano la loro solitudine e leniscono se possibile le loro ansie anziché esacerbarle. Filmato assemblando anche materiali d’archivio e sfruttando gli allusivi brani strumentali di Anton Sanko, il film di Hers non ha tratti politici ma cerca un punto d’equilibrio tra visione personale e collettiva e a tratti sembra riuscirvi; difficile dire però dove vada a parare davvero, data la sua vaghezza: l’omaggio alla sfortunata (morì d’infarto a 26 anni) Pascal Ogier, interprete sia di Le Pont du Nord di Jacques Rivette (che i protagonisti vedono al cinema) che di Le Notti della Luna Piena di Eric Rohmer, prova a stabilire un parallelo con la vicenda della fragile Talulah – a cui Noée Abita, attrice promettente poco nota da noi, dona un credibile spaesamento -, ma questo suona un po’ incerto. (dz)

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