Sign In

Lost Password

Sign In

IL MIO AMICO ROBOT

IL MIO AMICO ROBOT

Diretto Da: Durata: Con: Paese: Anno:

RDR foto3

Un film d’animazione che omaggia il cinema muto e la Hollywood classica.

Ispirato a Robot Dreams, graphic novel della fumettista e illustratrice statunitense Sara Varon, Il mio amico Robot è ambientato nella New York di metà anni ’80, dove all’orizzonte si stagliano ancora le Torri Gemelle. Il dolce e malinconico DOG, stanco della sua vita in solitudine, ordina e assembla un robot per avere un po’ di compagnia e provare a colmare un doloroso vuoto sentimentale. I due diventano amici inseparabili, trascorrendo in allegria le loro giornate a spasso per la Grande Mela, sulle note di degli Earth, Wind & Fire (vero tormentone del film, semplicemente irresistibile nella versione fischiettata da ROBOT) e di una colonna sonora dalle ispirate e brillanti sonorità jazz. Un giorno però, al calare della sera, DOG è costretto a lasciare sulla spiaggia ROBOT, impossibilitato a muoversi perché quasi completamente scarico. È l’inizio di una lunga serie di peripezie e vicissitudini per entrambi, che faranno di tutto per riuscire a ritrovarsi e riabbracciarsi, ma col passare del tempo dovranno fare i conti e abituarsi a una nuova realtà.

Il mio amico Robot è un film di una dolcezza e di una tenerezza infinita. Un’opera, è giusto specificarlo subito per fugare ogni dubbio e preconcetto, con un epilogo che probabilmente verrà compreso e assimilato meglio dagli adulti che dai più piccoli. Purtroppo in Italia dobbiamo ancora fare i conti con un pregiudizio piuttosto diffuso che consiste nel bollare e liquidare il cinema d’animazione come una forma d’arte rivolta esclusivamente ai bambini e alle loro famiglie. Nella maggior parte dei casi non è affatto così e il film del regista spagnolo ne è solo l’ennesima e ulteriore riprova. Una gemma animata realizzata in modo tradizionale, con immagini bidimensionali, in 2D, dal tratto grafico semplice e “pulito” che negli intenti del suo autore rappresenta un palese e dichiarato atto d’amore nei confronti del cinema muto (a cui il regista Pablo Berger aveva già reso omaggio in Blancanieves) e della Hollywood classica.

Disseminato di un’infinità di dettagli (stupenda la borsa vintage di DOG con la mascotte di Spagna 82!) e citazioni cinematografiche che faranno la gioia di cinefili e appassionati, Robot Dreams - questo il titolo originale e più calzante del primo lavoro d’animazione di Pablo Berger – presenta una serie inesauribile di trovate e invenzioni a livello visivo, sonoro e narrativo.

Un film sull’amicizia poetico, profondo e delicato, capace di divertire e commuovere, che rinuncia alla parola per affidarsi completamente alle immagini, realizzato con grande intelligenza e sensibilità, nel segno di Chaplin, del Mago di Oz e di una New York che ormai non esiste più.

Candidato all’Oscar per il miglior film d’animazione e vincitore di due Premi Goya (per la miglior sceneggiatura adattata e per il miglior titolo d’animazione), Il mio amico Robot è uno di quei film che non dovrebbe mancare in un percorso di educazione alle immagini. Regalatevi la visione di questo film e, se ne avete, regalatela ai vostri figli o nipoti. Vi ringrazieranno.

voto_4

Boris Schumacher
Appassionato di cinema da che ne ha memoria, ha studiato Storia e Critica del Cinema a Firenze dove vive tuttora. Folgorato dal genio creativo di Stanley Kubrick e di Orson Welles, si autodefinisce un malato di cinema più che un cinefilo. Vero e proprio onnivoro, vede di tutto, dal cinema d’autore a quello di genere con un particolare occhio di riguardo verso l’horror e il thriller. Adora il cinema orientale, in particolare quello coreano, il cinema d’animazione (stravede per la Pixar e lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata) e qualche anno fa è rimasto ipnotizzato e folgorato dalle opere del cineasta ungherese Béla Tarr. Scrive anche su Taxi Drivers, web magazine di cinema e cultura e Orizzonti di Gloria – La sfida del cinema di qualità. In passato ha collaborato con Cinemonitor e FilmVillage mentre su MyMovies ha pubblicato un approfondimento sulla serialità statunitense. All'inizio del 2012 ha creato Lost in Movieland, pagina facebook dedicata alla Settima Arte.