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Ballando nel limbo.

Los Angeles: Sebastian (Ryan Gosling) è un talentuoso musicista jazz che cerca di sfondare come pianista, con il desiderio di aprire un locale tutto suo. Mia (Emma Stone) è una giovane cameriera con il sogno di diventare un’attrice professionista. Dopo essersi incontrati, tra i due giovani nasce un sentimento amoroso, e insieme proveranno a realizzare i rispettivi sogni e speranze.

Presentato in anteprima mondiale come Film d’Apertura alla 73° Mostra del Cinema di Venezia e passato poi per vari Festival come Toronto dove si è aggiudicato il Premio del Pubblico, La La Land è il terzo film del regista Damien Chazelle, tornato dietro la macchina da presa due anni dopo il successo del precedente Whiplash. Fresco di un clamoroso en plein ai Golden Globe, dove il film si è aggiudicato ben sette premi su sette nomination (Miglior film commedia, Miglior attore e attrice, Miglior regista, Miglior sceneggiatura, Miglior canzone e Miglior colonna sonora originale), e probabilissimo film da battere alla prossima edizione degli Oscar (date le 14 nominations), con La La Land Chazelle realizza un musical (lo era in parte anche Guy and Madeline on a Park Bench, suo film d’esordio) dal tono malinconico e stranamente equilibrato nonostante l’evidente vistosità scenica che lo circonda.

Con la scelta del formato CinemaScope, La La Land si avventura sia per i territori più leggiadri di una commedia sentimentale sia nella melanconia di un dramma più sospeso e triste di quanto non sembri a prima vista. Ma soprattutto il regista prova a guardare con una propria idea al genere musicale (lontano da qualunque riferimento storico e inadeguato), non optando per l’effetto nostalgico e memoriale del musical, ma scegliendo per un’opera felicemente fuori dal tempo per atmosfere e toni, che abbaglia con le iperaccese cromature dell’immagine che illuminano Los Angeles; per forza di cose visivamente complesso, ma comunque sempre netto e limpido nella messa in scena, basti vedere come Chazelle riesca a gestire in modo chiaro e semplice gli stacchi e le dissolvenze, con un’inaspettata pulizia registica.

Così se l’omaggio al cinema che fu c’è ed è evidente, e anche se alle volte si ammicca più del dovuto, La La Land si mantiene in una sorta di proprio limbo atemporale che s’ispira al musical classico provando a virarlo verso un’identità contemporanea (qualcosa di leggermente diverso da ciò che è concettualmente post/moderno), alternando la messa in scena di una Hollywood luccicante e sognante con una visione più romantica e insieme disincantata, e capace di produrre scene d’interessante inventiva come l’incipit in musica o la notevole sequenza al planetario, con i due protagonisti (gli ottimi Ryan Gosling ed Emma Stone) “liberati” in volo su di uno sfondo stellato.

E questo felice contrasto che sorge in La La Land vive anche nel racconto del film, che è tutto espressione di una lotta tra la realizzazione dei sogni e la realtà che prova a distruggerli, tra il proprio volere e le proprie aspettative, tra il prezzo del successo e l’essere se stessi. Assume senso allora anche la visione onirica finale alla “cosa sarebbe stato se…” che non ha il sapore cinico del fallimento emotivo (alla fine ci si concede uno sguardo), ma non ci va troppo lontano.

voto_4

Riccardo Tanco
Riccardo Tanco, classe 1993, Nasce a Bollate e vive a Novate Milanese. Diplomato al liceo linguistico nel 2012 comincia ad appassionarsi seriamente al cinema dopo una mistica visione di Pulp Fiction anche se consapevole che il cinema non è iniziato nel 1994. Ora da autodidatta e aspirante cinefilo cerca di scoprire i grandi autori del passato e i registi contemporanei sforzandosi di scriverne in maniera degna. Se glielo chiedono il suo film preferito è Apocalypse Now e ha come sogno nel cassetto fidanzarsi con l'attrice Jessica Chastain. Collabora con i siti Filmedvd, I-Filmsonline, SilenzioinSala e IntoTheMovie.