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THE NEW MUTANTS

THE NEW MUTANTS

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Un prodotto sfortunato.

In una enorme villa che è anche una struttura di recupero, la dott.ssa Cecilia Reyes (Alice Braga) raccoglie e aiuta i nuovi mutanti che hanno appena scoperto di avere enormi poteri naturali ma non sanno ancora come padroneggiarli: per questo, i ragazzi vengono da tragedie provocate da loro stessi. Ma i piani del superiore della Reyes sono diversi da quelli che sembrano.

Prima di tutto: non film maledetto, ma semplicemente sfortunato. The New Mutants è pronto da quasi tre anni, e la sua uscita è slittata in più occasioni, ma stavolta il Covid non c’entra (o almeno non solo): il problema sta nelle traversie dei diritti di sfruttamento degli eroi Marvel, prima distribuiti tra varie case di produzione e da poco tutti saldamente passati in mano ai Marvel Studios (by Disney). In mezzo al trasloco si è trovata proprio l’interessante pellicola di Josh Boone, che oltretutto ha avuto il (de)merito di essere uno degli ultimi tasselli del mosaico cinematografico mutante della Fox: The New Mutants era infatti il primo capitolo di una trilogia dedicata ai nuovi mutanti dopo gli X-Men, trilogia che avrebbe avuto temi a metà strada tra young adult e horror, seguendo quel processo di maturazione che sta portando negli ultimi anni il fenomeno dei cinecomics a slegarsi dalle radici prioritarie da divertissement per cavalcare i generi e rileggerli in chiave ammiccante, postmoderna e anche più giovane. Tutto questo per dire che il terzo film di Boone, dopo Colpa Delle Stelle, avrebbe meritato più fortuna e soprattutto più attenzione e protezione da parte della produzione: lasciato in balìa degli eventi, non ha subito né reshoots né rimaneggiamenti, ma è piombato in sala in un periodo sfortunato e narrativamente tronco.

The New Mutants è uno slasher sotto mentite spoglie: segue le regole del gioco finchè non prende una deviazione con superpoteri e nel tragitto approfondisce e delinea i caratteri con intelligenza e lucidità. Il percorso prettamente orrorifico era uno di quelli ancora inesplorati dagli eroi con superproblemi di Stan Lee al cinema: e il film sui nuovi pupilli di Xavier apre nuovi scenari in maniera efficace, attraverso un teen movie straniante e sinistro che regge l’atmosfera e contiene tutti i suoi elementi fondativi senza mai sbracare o perdere il polso. Peccato che tanti dei buoni spunti lanciati siano persi nel vento, e restino perciò nella pellicola solo come degli inutili inside joke: perché si sente che la carica narrativa era propedeutica alla nascita di un universo, e la cura con cui i protagonisti sono trattati (da una Illyana Rasputin perfetta con il viso di Anya Taylor-Joy ad una sorprendente Rahne Sinclair ritratta da Maisie Williams, i personaggi reggono il confronto e anzi diventano le loro controparti cartacee con dedizione, si rilegge la saga del Demone Orso di Chris Claremont e Bill Sienkiewicz, mica fuffa) fa chiaramente capire che i collegamenti con l’universo mutante sarebbero stati innumerevoli. In più, lo script non perde di vista la metafora del superpotere per approfondire il dramma della diversità, lungo il percorso di un’avventura di perdita di innocenza e dolori della crescita.

“Ci sono due orsi, uno buono e uno cattivo. Quello che domina è lo stesso che scegli di nutrire”, dice Danielle Moonstar nell’epilogo: per tutti questi motivi contingenti, The New Mutants sembra muoversi in una zona malmostosa della visione, da una parte interessante per le suggestioni che lancia ma dall’altra inutile perché programmaticamente inutile, attento per i fan devoti ma fin troppo ermetico per lo spettatore occasionale post-Covid. Nella sola, vana speranza che un inaspettato successo (??) convinca i Marvel Studios a riprendere qualcosa da un’opera bella ma nata male.

voto_3

Gianlorenzo Franzì
Figlio della Calabria e di Lamezia Terme, è critico onnivoro e militante, preferisce il rumore del mare e il triangolo Allen-Argento-Verdone. Vive e si nutre di cinema che infiamma: si commuove con Lynch e Polanski, Nolan e Cronenberg, pugni in tasca e palombelle rosse, cari diari e viali del tramonto, ma è stato uno dei primi critici ad accorgersi (e a scrivere) in maniera teorica delle serie tv e della loro inesorabile conquista del grande schermo. Incredibile trovi il tempo di fare anche l’avvocato: perché dal 2007 è direttore artistico della Mostra del Cinema di Lamezia Terme - LFF da lui creata, dal 2004 ha un magazine tv (BUIOINSALA, ora in onda dalle sale del circuito THESPACE) e uno in radio (IL GUSTO DEL CINEMA), scrive o ha scritto su Nocturno Cinema, Rivista Del Cinematografo, Teatro Contemporaneo e Cinema, Weird Movies, ha pubblicato due saggi (uno su VOCI NOTTURNE, uno su Carlo Verdone). Ha una good wife ma si è perso nei labirinti di LOST: ancora non si è (ri)trovato.